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IL TEMPO SPETTACOLI E CULTURA Anno
LI /n.216 Martedì 9 Agosto
1994
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RICORDO/ Peppino Di Capri
parla del grande compositore e chitarrista Ugo
Calise.
"A lui devo tutto. Mi ha guidato
sulla strada del successo".
di Chiara Pradelli
Non era napoletano. Eppure Ugo Calise aveva proprio l'anima dell'artista
partenopeo, merito del sangue ischitano che gli scorreva nelle vene.
Il grande chitarrista e compositore è venuto a mancare Sabato pomeriggio scorso, colto
da un arresto cardiaco, mentre si trovava sul treno per Campobasso.
Autore di vere e proprie poesie in musica, con quel debole per il jazz e la
musica d'oltreoceano che così spesso infiamma i musicisti del nostro golfo,
Calise ci provò, all'inizio, con Nun È Peccato!.
Presentò la canzone al Festival di Napoli, ma fu bocciata.
Dopo qualche giorno incontrava al "Rangio Fellone" di Ischia Porto, mitico
luogo di ritrovo dell'epoca, un cantante che muoveva i primi passi
all'ombra del Vesuvio: Peppino Di Capri.
"Di Capri, che ricordo ha di quel pomeriggio?"
"Calise era il classico artista, giocherellone, spiritoso. Se non lo
avessi incontrato, quel giorno, al Rangio Fellone di Ischia, probabilmente tutta
la mia carriera sarebbe stata diversa. Forse non sarei riuscito ad ottenere
tanto successo.
Quel pomeriggio di trentasei anni fa, sotto il sole ischitano, Ugo arrivò con
l'inseparabile chitarra e mi fece ascoltare la sua ultima creazione; si
trattava, appunto di Nun È Peccato!.
Mi disse con aria alquanto sconsolata: "Chissà se riuscirò mai a
portare questa canzone in sala di incisione!" Per me fu una scommessa che,
per fortuna, riuscii a vincere perché, un paio di mesi dopo, il disco
uscì".
Un'interpretazione che per lei si è rivelata fondamentale...
"Sì, ed ora eccomi qua, famoso grazie, soprattutto, a quello splendido
brano inserito nel mio primo 45 giri insieme a Malatia
di Armando Romeo.
Canzoni che ancora oggi porto nelle piazze e nei locali di tutta Italia e che, a
distanza di quasi quarant'anni, il pubblico continua a richiedermi.
Calise mi ha indicato la strada da percorrere. Per me è stato un grande
maestro, in tutti i sensi".
"Che temperamento aveva Ugo Calise?
Il classico temperamento "artistoide": era capace di
non farsi più vivo per dieci anni e, poi, quando lo risentivi, ti parlava come
se ti avesse lasciato la sera prima!
Amava molto raccontare barzellette, fare imitazioni e, soltanto dopo, ti cantava
una delle sue canzoni.
Non era l'artista di mestiere che produce "in serie" i suoi brani; aveva
un'anima estemporanea, geniale.
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